La coccidiosi nei conigli

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    Il coniglio è un animale affettuoso e giocherellone, ed è scelto da sempre più persone come parte integrante della propria famiglia. Come tutti gli animali, però, non è esente dal rischio di entrare in contatto con diversi parassiti interni ed esterni.
    Oggi parleremo di una parassitosi molto comune e molto conosciuta anche dai proprietari meno esperti: la coccidiosi.
    La coccidiosi è una malattia causata da parassiti piuttosto comuni nei conigli, detti coccidi. Sono organismi microscopici, invisibili a occhio nudo, unicellulari ed è una malattia molto più frequente nei conigli giovani, mentre le manifestazioni nell’adulto sono più rare, ma non impossibili.
    Il coniglio entra in contatto con i coccidi tramite l’ingestione di cibo o acqua contaminati a loro volta da feci di coniglio infetto e vengono eliminati all’esterno tramite le feci (ciclo orofecale) oppure tramite il passaggio madre\figlio (trasmissione verticale).
    I coccidi delle lepri (o di altre specie animali) non possono invece colpire i conigli. Non è infatti possibile la contaminazione crociata tra specie di coccidi di altre specie.
    Il ciclo vitale del parassita, piuttosto complesso, prevede che quando viene emesso all’esterno con le feci debba maturare prima di diventare infestante. Questo periodo di tempo è variabile secondo la specie di coccidi e le condizioni ambientali ma è di almeno qualche giorno. Per questo motivo le feci emesse da un coniglio infestato, o il materiale da esse contaminato, non sono immediatamente pericolosi se ingeriti da un altro coniglio.
    La cocciodiosi che colpisce il coniglio, si manifesta in due diverse forme: quella tipicamente intestinale e quella epatica. Eimeria, E. magna, E. media, e E. irresidua sono le quattro principali specie che causano la coccidiosi intestinale nei conigli, colpendo soprattutto gli esemplari giovani svezzati da poche settimane fino a quelli che hanno circa 5\6 mesi di età. I sintomi appaiono entro quattro giorni al massimo dopo l'infezione e consistono nella diminuzione dell'appetito, nella disidratazione, perdita di peso, diarrea e, per ultimo, rallentamento intestinale.
    Altra forma di coccidiosi è provocata da E.steidae che invadendo le cellule dei dotti biliari del fegato, causa gravi danni all’organo. I conigli con un’infezione lieve non mostrano sintomi mentre quelli moderatamente infetti avranno un ritardo della crescita, perdita di appetito, debolezza, diarrea e nelle fasi successive della malattia stitichezza. Questa forma di coccidiosi si manifesta al proprietario dopo diverse settimane dal contatto del parassita e spesso porta l’animale alla morte.
    La gravità dei sintomi causati dalla presenza di coccidi varia considerevolmente, secondo la specie, lo stato immunitario del coniglio, la sua età e la quantità di parassiti ingeriti. In molti casi l’infestazione passa inosservata, soprattutto nei conigli adulti sani. I conigli colpiti più gravemente possono presentare perdita di peso, crescita stentata, diarrea, che può essere intermittente o profusa, a volte con presenza di muco e sangue. Nelle infestazioni più gravi può sopraggiungere la morte per disidratazione e per infezioni batteriche secondarie. La specie che colpisce il fegato causa insufficienza epatica e deperimento cronico.
    La malattia è più comune nei conigli tra 4 e 16 settimane di età, mentre i conigli adulti possono presentare i sintomi se sono debilitati o stressati. La forma epatica, invece, può colpire conigli di qualunque età.

    LA DIAGNOSI
    La presenza di coccidi si diagnostica con l’esame delle feci che permette di osservare al microscopio i coccidi stessi. Questo tipo di diagnosi, che si effettua di routine, è generica perché non permette l’identificazione precisa della specie. Ciò richiede infatti l’incubazione dei parassiti e l’esame da parte di un laboratorio specializzato.
    E’ inoltre importante sapere che un esame delle feci negativo non esclude del tutto la presenza di questi parassiti perché i coccidi non vengono emessi in modo continuativo dall’intestino. Di contro, la rilevazione di coccidi nelle feci non permette di per sé di emettere diagnosi di coccidiosi. Il termine coccidiosi, infatti, si riferisce alla malattia clinicamente manifesta, ossia alla presenza di sintomi compatibili (diarrea, dimagramento, malessere e disidratazione, ad esempio) e non alla semplice presenza di coccidi nelle feci. Difatti molte specie di coccidi sono innocue e incapaci di causare malattia. Al contrario, una coccidiosi grave e anche fatale può svilupparsi in assenza di coccidi nelle feci, nelle fasi precoci dell’infestazione quando ancora questi parassiti non sono stati liberati nel lume intestinale. A complicare ulteriormente le cose, sono molto comuni le infestazioni da parte di più di una specie di coccidi, ciascuna delle quali può essere più o meno pericolosa. Paradossalmente la presenza di coccidi nelle feci di un coniglio con la diarrea non indica necessariamente che siano i coccidi la causa della diarrea stessa. Le cause di diarrea possono infatti essere numerose, e la presenza di coccidi essere una semplice coincidenza. Una diarrea può anche essere dovuta ai danni residui causati da coccidi che ormai non sono più presenti nell’organismo del coniglio. I sintomi causati dalla coccidiosi non sono specifici: altre malattie possono provocare sintomi analoghi. Per questo in un coniglio che presenta diarrea e coccidi nelle feci non bisogna trascurare di indagare altre possibili cause del sintomo.

    TERAPIA
    Se il coniglio colpito da forme patogene di coccidiosi non soccombe alla malattia, con il tempo sviluppa un’immunità protettiva e guarisce spontaneamente. Tuttavia l’immunità è specifica per ogni diversa specie di coccidi: se infestato da una specie diversa può sviluppare nuovamente la malattia.
    I conigli che sviluppano una immunità parziale possono rimanere sani, ma liberare coccidi con le feci per mesi o anni.
    I coccidi emessi nell’ambiente con le feci possono contaminare il terreno a lungo, senza che sia possibile un trattamento efficace. Se parliamo di ambienti esterni la luce solare è il mezzo migliore per distruggere questi parassiti. In casa, la strategia migliore consiste nell’eliminare prontamente le feci e pulire bene le superfici con cui sono state a contatto tramite il vapore per mezzo di elettrodomestici come la vaporella o il centogradi.
    Per la terapia si possono utilizzare diversi tipi di farmaci antiparassitari specifici. Durante il trattamento e nei giorni successivi è opportuno eliminare prontamente le feci, in modo da evitare la reingestione accidentale. Se il coniglio sta male e ha diarrea occorre inoltre instaurare una terapia di sostegno con reidratazione, farmaci per la motilità intestinale, analgesici, pulizia, calore e alimentazione assistita. Al termine della terapia un ulteriore esame delle feci serve a confermare l’avvenuta eliminazione dei coccidi.

    PREVENZIONE
    Per prevenire l’insorgenza della malattia è importante ricordare:
    Effettuare dei controlli periodici delle feci, che sono fondamentali per identificare la presenza delle oocisti, in particolare nei soggetti di nuova introduzione, che non dovrebbero essere inseriti nell’ambiente prima di aver effettuato un periodo di quarantena.
    Effettuare una pulizia giornaliera della lettiera
    I coccidi emessi nell’ambiente con le feci possono contaminare il terreno a lungo, senza che sia possibile un trattamento efficace.
    La luce solare è il mezzo migliore per distruggere questi parassiti.
    In casa, la strategia migliore consiste nell’eliminare prontamente le feci e pulire bene le superfici con cui sono state a contatto attraverso l’utilizzo del vapore (vaporella\centogradi)
    • utilizzare alimenti di buona qualità (attenzione particolare ad erbe di campo che potrebbero provenire da terreni contaminati o concimati con le deiezioni di conigli infestati)
    • Contattare sempre il proprio veterinario esperto in esotici se avete dei dubbi riguardo al trattamento che state effettuando o se il vostro coniglio presenta debolezza o diarrea
    • Portare il prima possibile le feci del coniglietto che è appena entrato a far parte della vostra famiglia soprattutto se è giovane.

    Dott.ssa Chiara Fasolo
    Medicina e chirurgia degli animali non convenzionali
     
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